La Stevia Rebaudiana Bertoni (nome originale Kaa-Hee) é un piccolo arbusto perenne della famiglia delle Asteracee, originario dell' America Latina. E' possibile coltivarla in vaso sul balcone o in terra nell' orto senza grandi difficoltà.
Predilige l' esposizione al sole del mattino, ama un terriccio ricco di humus e ben drenato, vasi della dimensione di 20/30 cm di diametro senza sottovaso, frequenti innaffiature senza ristagni di acqua nelle radici.
La fotosintesi della pianta è molto veloce durante l' estate ma va in riposo durante l' inverno. La sua forza vegetativa viene conservata nelle radici e, in tarda primavera, i nuovi germogli ricacciano dal terreno. Se coltivata in piena terra è bene scegliere un' esposizione a sud e proteggere la pianta dal gelo con pacciamatura o foglie.
L' altezza media della pianta è di 80 cm; si può riprodurre per talea in agosto-settembre; il seme é molto piccolo, scarsamente fertile e matura in autunno.
Scarsamente soggetta ad attacchi parassitari, se abbondantemente innaffiata cresce rigogliosa e di un bel colore verde smeraldo.
La fioritura avviene in novembre ed é composta da piccoli fiori bianchi.
Spuntando gli apici vegetativi un paio di volte durante l' estatate si otterranno piante più basse e cespugliose, altrimenti avremo uno sviluppo in altezza della pianta.
Per la concimazione usare solo concimi organici e mai la chimica.
Perché vi parlo della Stevia? Questa pianta è fortemente osteggiata ed in molti paesi, tra cui l' Europa, è vietato il suo utilizzo. Come mai? Vediamo perché!
Le sue foglie contengono un insieme complesso di glicosidi diterpenici, queste sostanze sono caratterizzate dalla presenza, nella loro struttura di 3 molecole di glucosio. Dei 4 edulcoranti (stevisoide, rebaudisoide A, rebaudisoide C, dulcoside A) che si trovano principalmente nelle foglie, lo stevisoide e il rebaudisoide A hanno un potere dolcificante rispettiamente di 110-270 e 180-400 volte superiore rispetto al saccarosio (zucchero).
In poche parole le foglie della Stevia (fresche o essiccate) costituiscono un dolcificante a zero calorie che non aggredisce i denti. Per i diabetici può essere ustata come alternativa ai dolcificanti sintetici (dannosissimi per la slute) ed al fruttosio; lo stevisoide contenuto nella stevia non causa alcun versamento di insulina e, di conseguenza, non aumenta il tasso glicemico. In Paraguay e Brasile é usata proprio come rimedio per il diabete.
Anche chi ha problemi di controllo del peso trova beneficio usando la Stevia: 20 gocce dell' estratto prese venti minuti prima dei pasti riducono il senso di fame.
Come autoprodursi il dolcificante?
Le foglie fresche si possono usare per dolcficare tisne e decotti, si usano 10 foglie per 200cc di acqua bollente e si lasciano in infusione per 10 minuti.
La polvere delle foglie essiccate ha un potere dolcificante 20 volte maggiore dello zucchero e si ottiene polverizzandole in un mixer da cucina e conservando la polvere in un vaso di vetro. Può essere usata per dolcificare dolci e bevande ai quali lascia un retrogusto di liquirizia (anche lo zucchero brown lo fà).
L' estratto bianco in polvere (non autoproducibile) dolcifica 300 volte più dello zucchero ed in Giappone é largamente utilizzato dal 1970.
Non sono state riscontrate controindicazioni all' uso della Stevia, l' uso prolunato non dà nessun tipo di effetto collaterale, é usata da centinaia di anni dalle popolazioni native del Sudamerica come dolcificante naturale.
La ricerca della sensazione dolce nei cibi e nelle bevande è un aspetto indiscutibilmente legato alla natura umana. Per soddisfare questa 'voglia' siamo costretti ad acquistare zucchero (che crea dipendenza) o altri dolcificanti. Questa pianta può essere considerata una vera piccola rivoluzione perché ci permette di autoprodurci il dolcificante in modo semplice ed economico.
Capite ora perché non c'è nessuna voglia da parte di governi ed industrie di incentivarne la coltivazione e l' uso? Che ne farebbero poi dello zucchero e dei dolcificanti sintetici? E se bastasse per controllare il diabete le medicine per i diabetici chi le comprerebbe? Il sistema nel quale viviamo ha bisogno di consumatori e di malati!
Un libro interessante lo trovate
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